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Introduzione - Lo scoppio della Pandemia

michisabatini

Aggiornamento: 19 feb

 

copertina: Alen
copertina: Alen

Marzo 2020. La pandemia del virus Circeus ha colpito l’umanità con la forza di un ciclone inarrestabile, trasformando vite e corpi con una brutalità senza precedenti. Scoppiato nell'Oriente remoto, il virus ha sconvolto ogni aspetto delle nostre esistenze in poche settimane, diffondendo un’infezione capace di cambiare radicalmente la nostra stessa essenza fisica: chiunque venisse infettato, dopo cinque giorni di incubazione, mutava in un animale. La mente rimane intatta, conscia della trasformazione, ma il corpo obbedisce a nuove regole. Il terrore che è seguito al dilagare del virus si è diffuso al pari della sua letale capacità di contagio.

All'inizio, più che il timore, ha prevalso collettivamente l’incredulità: racconti di uomini mutati in maiali, bovini, pesci o uccelli provenienti da tutto il globo, rimbalzando sui notiziari e sui social network come storie incredibili, non potevano che essere frutto di un qualche scherzo crudele. Ma il virus non è una fantasia; il suo potere trasformativo, per quanto assurdo, è reale.

I virologi, nuove e inaspettate celebrità del tempo odierno, hanno dimostrato che il virus deve il suo incredibile potere trasformativo alla propria struttura, simile per il 90% a quella del bruco. Proprio come l’insetto, il soggetto infetto attraversa le fasi della trasformazione, passando da larva a crisalide fino a mutare in una forma del tutto imprevedibile. Ad oggi, il motivo per cui un soggetto si trasformi in uno specifico animale risulta inspiegabile. Naturalmente, a lungo si è discusso sulle effettive origini del virus: alcuni hanno pensato che il paziente zero avesse mangiato bruchi vivi, altri che fosse stata creata appositamente in laboratorio per porre fine alla vita dell’uomo, altri ancora ne hanno negato l’esistenza stessa.

La trasmissione del virus avviene per via orale e la sintomatologia iniziale prevede tosse, spossamento, perdita dei sensi dell’olfatto e del gusto, difficoltà respiratorie.

Nel corso di poco più di un anno, come spesso accade se il contagio non riesce ad essere limitato, il virus si è diffuso a livello globale e ha mutato la sua stessa forma, dando vita a innumerevoli varianti e sintomatologie. Se inizialmente le vittime si trasformavano esclusivamente in suini – da cui il nome di virus Circeus, in riferimento alla maga omerica –, in poche settimane la gamma di specie animali si è allargata esponenzialmente. Dopo l’Asia, ha colpito l’Europa, espandendosi successivamente in Africa e America. L’Oceania è stato l’ultimo continente colpito, due mesi esatti dopo il primo contagio, ma infine ha completato lo sventurato quadro pandemico, riversando sulle strade canguri e koala, che prima del virus erano surfisti e avvocati.

Nel giro di pochi mesi, le città hanno cambiato volto, popolate da creature incapaci di vivere come un tempo. Le istituzioni si sono trovate a fronteggiare crisi mai viste prima, con la forza lavoro decimata e trasformata in esseri senza più mani, né voce, né capacità di eseguire le proprie professioni. Ben presto lo scetticismo ha lasciato spazio al panico generale, complici le propagande del terrore da parte dei governi. Per evitare il contagio, prodotti come guanti, mascherine e disinfettanti sono immediatamente diventati di uso comune, arricchendo enormemente le case farmaceutiche. Nonostante le innumerevoli precauzioni imposte e adottate, la diffusione del virus è risultata impossibile da contenere, e alla fine del mese di marzo 2020 è stato dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità lo stato di pandemia.

Una delle imposizioni più forti e che certamente hanno maggiormente stravolto le nostre vite è stata la quarantena, durata più di due mesi: i governi hanno intimato alle persone a rimanere in casa, costringendole a vivere una routine monotona che mescolava tristezza e terrore. Le giornate sono trascorse lentamente, in maniera ripetitiva, fino a rendersi indistinguibili l’una dall’altra, tra le mura delle case e con lo sguardo rivolto fuori dalle finestre, nella speranza che il vento portasse con sé la fine di quella situazione tremendamente surreale. Nel frattempo è iniziata la corsa per la ricerca di una cura da parte dei centri scientifici e dei governi, mentre si è fatta strada nei cuori di tutti la consapevolezza che il mondo come lo conoscevamo era cambiato per sempre.

Con il tempo si è imposta una nuova normalità, costituita da barriere e protezioni, mentre l’umanità stessa si è trovata divisa tra uomini e animali, convivendo in un equilibrio fragile, legati dal virtuale filo delle comunicazioni tecnologiche, sempre più all’avanguardia. Il virus è irrotto prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha costretti a riflettere sulla vulnerabilità dell’essere umano, sulla fragilità di quelle che credevamo delle certezze e sull’illusione della nostra invincibilità.

E così, l’umanità intera, ripensando al mondo che aveva perso e a quello che stava cercando di costruire, ha imparato a prendere consapevolezza del fatto che non vi fosse nulla di scontato, nemmeno la propria forma.

 

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